L’Aula Magna dell’Ateneo ha ospitato questo pomeriggio, l’incontro-intervista con la scrittrice spagnola Clara Sànchez, che ha presentato il suo libro “L’amante silenzioso”. Nel corso dell’evento ha dialogato con l’autrice la giornalista Lucia Gaberscek. Si è trattato del secondo di 5 appuntamenti che rinnovano la stretta collaborazione fra l’Università di Messina, Taobuk e l’ Accademia dei Pericolanti per la promozione della rassegna “Leggere il presente”.
Hanno preso parte all’iniziativa anche il Prorettore Vicario, prof. Giovanni Moschella ed il presidente e direttore artistico di Taobuk, Antonella Ferrara.
Edito Garzanti 2018, il libro traccia una realtà in cui la fragilità è preda di individui manipolatori e senza scrupoli; una realtà in cui il passato non lascia la morsa sul presente ed in cui le ombre non sono mai il riflesso perfetto della verità. Si tratta di un romanzo d’attualità e indagine, a forti tinte psicologiche ed intimistiche, capace di catapultare il lettore all’interno della storia di Isabel, una giovane giunta in Africa per cercare Ezequiel, un ragazzo che ha abbandonato una vita di agi per seguire, a Mombasa, il santone Maina e la sua setta. Isabel, fintasi fotografa di paesaggi per continuare indisturbata la sua ricerca, scoprirà un Kenya dove nulla è come appare e l’intreccio della storia dipingerà un quadro preciso, non sconosciuto alle cronache ed alle testimonianze che ognuno di noi ha potuto osservare nel tempo, attraverso i mezzi di comunicazione. Infatti, fra le righe del testo, nero su bianco, viene descritto ciò che conduce le persone ad affidarsi a queste sedicenti sette, sfruttatrici delle debolezze e capaci di amplificare le difficoltà umane, dinnanzi alla falsa prospettiva di un porto sicuro e di vita nuova, facile da raggiungere solo in apparenza.
“Chi non si salva da sé non lo salva nessuno”: è un inno ad amarsi ed anche una citazione di Cesare Pavese, con cui l’autrice spagnola opera una sintesi del suo romanzo. In conclusione, “L’amante silenzioso” non parla solo di Africa, ma dello spettro sentimentale ed in particolar modo dell’amore e del bisogno di esso”.
L’opera non è solamente una metafora di un viaggio fra i sentimenti, ma anche un testo ispirato ad un episodio reale, che ha toccato da vicino l’autrice: “Il romanzo è basato su personaggi reali, che ho conosciuto in Kenya. Dunque conosco il Paese ed i suoi luoghi. In Kenya, appena giunta a Nairobi, ho avuto immediatamente la visione superficiale di un fiume di persone, all’apparenza uguali. Solo dopo, ho osservato che da un lato vi erano persone comuni e dall’altro lato i diplomatici, che sfrecciavano in strada con macchine fiammanti. Un doppio volto molto accentuato in Africa. A me interessava parlare delle persone comuni; in tantissime hanno uno spirito imprenditoriale, sono molto capaci, ma non vengono raccontate. L’aspetto che preferisco è quello della gente solare ed altruista. Credo sia un obbligo dei governi di tutto il mondo aiutarle ad andare avanti. La parte relativa alla setta è tratta da un episodio strettamente personale. Il figlio di alcuni miei amici, infatti, si è suicidato sotto l’influenza di una setta. Queste pagine, per me, sono molto importanti”.
I successivi eventi vedranno protagonisti altri scrittori e personaggi del mondo della cultura nazionale e internazionale.