“Populismo e stato sociale”, questo l’argomento del terzo incontro della rassegna “Leggere il Presente”, organizzata dall’Ateneo in collaborazione con Taobuk. Ospite dell’Accademia peloritana, l’economista e accademico italiano Tito Boeri , che ha dedicato un libro a questo tema, facendo una lucida analisi di una questione essenziale per il futuro del nostro mondo, e una proposta concreta sul tema dell’immigrazione.
Ne hanno dialogato con l’autore il prof. Maurizio Ballistreri, docente dell’Università di Messina ed il giornalista Antonio Siracusano.
L’incontro è stato introdotto dal prof. Giovanni Moschella, Prorettore Vicario, che ha sottolineato l’importanza dell’argomento trattato, anche alla luce delle ultime vicende nazionali ed internazionali.
L’affermazione del populismo è figlia della perdita di credibilità della classe dirigente e di uno stato sociale che non è in grado di proteggere ampi strati della popolazione dai cambiamenti indotti dalla globalizzazione e dal progresso tecnologico. Occorre dare risposte innovative, eliminando i trattamenti di favore di chi ha posizioni di potere e rendendo la protezione sociale più efficiente nel raggiungere chi ha davvero bisogno d’aiuto.
La democrazia diretta invocata dai populisti rischia di sfociare nella dittatura della maggioranza. Il peggiore nemico del populismo sono i corpi intermedi della cosiddetta società civile: associazioni, partiti, sindacati, autorità indipendenti, amministrazioni pubbliche.
Nel manuale vengono esaminate le ragioni della resurrezione del populismo e viene esposta la tesi secondo cui sia meglio affrontare i problemi alla radice di questa riesplosione, piuttosto che cercare di inseguire chi cavalca l’onda di ritorno. Le problematiche a cui Boeri fa riferimento sono: la disuguaglianza, terreno fertile per la crescita della rabbia populistica, il rapporto vecchi-giovani e l’affievolirsi della mobilità sociale.
Professore ordinario di economia del lavoro, Boeri svolge le proprie attività di ricerca presso l’IGIER dell’Università Bocconi. E’ stato Direttore della Fondazione Roberto Debenedetti, istituzione volta a promuovere la ricerca nel campo della riforma dei sistemi di welfare e mercato del lavoro in Europa. E’ stato, inoltre, Presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale dal 24 dicembre 2014 al 16 febbraio 2019. Attualmente, collabora con il quotidiano la Repubblica. Tra i volumi dell’economista italiano figurano anche “La crisi non è uguale per tutti” (Rizzoli 2009), “Le riforme a costo zero. Dieci proposte per tornare a crescere” (con Pietro Garibaldi, Chiare Lettere 2011), “Parlerò solo di calcio” (il Mulino 2012).