Si è svolta oggi pomeriggio in una gremitissima Aula Magna dell’Università di Messina, la presentazione dell’ultimo libro della nota filosofa ungherese Ágnes Heller, intitolato: “I miei occhi hanno visto” (ed. Il Margine). L’evento è stato organizzato dal Centro Europeo di Studi su Miti e Simbolo, diretto dalla prof.ssa Domenica Mazzù, in collaborazione con l’Associazione La Rosa Bianca.
All’incontro sono intervenuti il Coordinatore del Collegio dei Prorettori, prof. Giovanni Cupaiuolo, e i professori Urbano Tocci (Consiglio nazionale Rosa Bianca), Giulio Chiodi (Presidente del Centro Europeo di Studi su Miti e Simbolo), Paola Ricci Sindoni (Università di Messina), Giovanna Costanzo (Università di Messina).
“L’Università e l’intera città di Messina – ha detto il prof. Cupaiuolo – accolgono oggi una filosofa che è entrata nel mito. Una personalità, il cui nome è elemento di fortissimo richiamo e che è stata protagonista, a volte involontaria , della più grande tragedia del ‘900, ma indomita ha portato avanti i suoi ideali di libertà”.
“E’ stata la sua forza- ha poi sottolineato la prof.ssa Mazzù- che l’ha aiutata a trasformare la sofferenza in un’ autentica carica atomica. Mitica la potenza indagatrice del suo sguardo, la Heller non ha mai chiuso gli occhi e ha sfidato il negativo”.
Nella sua ultima fatica presentata stasera, per la prima volta al pubblico italiano, la Heller racconta la sua straordinaria avventura di vita e di pensiero attraverso il secolo dei totalitarismi e delle utopie. La vita nel ghetto e il suo maestro di vita Georgy Lukács sono tra gli elementi essenziali. E dopo l’abbandono dell’Ungheria, una passione per l’Italia, alla quale dedica un intero capitolo: “Fu il mio primo viaggio in Occidente”.
Nata nel 1929, Ágnes Heller, dopo aver perso il padre ad Auschwitz, studia nella capitale ungherese dove si forma sotto la guida di Georgy Lukács, partecipando alla riscoperta del studi marxiani, con particolare riguardo all’antropologia, e diventando ben presto una delle più autorevoli voci della “Scuola filosofica di Budapest”. Intellettuale critica verso le scelte autoritarie del blocco filo-sovietico viene progressivamente allontanata dall’insegnamento. Lasciata l’Ungheria, ripara alla Trobe University di Melbourne ed in seguito alla New School of Social Research di New York. In Italia collabora con la Scuola di Alta Formazione Filosofica dell’Istituto di Studi Filosofico-religiosi “Luigi Pareyson”. I suoi interessi di ricerca si riferiscono al nesso tra bisogni dell’uomo e valori, con particolare riguardo alla possibilità di un’etica della personalità. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo La teoria dei bisogni in Marx (1973), Morale e rivoluzione (1979), Oltre la giustizia (1988), Etica generale (1989), An Ethics of Personality (1996), The Time is Out of Joint: Shakespeare as Philosopher of History (2000). Dopo la svolta epocale del 1989 è tornata a vivere in Ungheria per buona parte dell’anno.