Una mattinata piena di informazioni e di emozioni quella che ha visto il prof. Franco D’Agostino, docente dell’Università “La Sapienza” di Roma, illustratare nell’Aula Magna dell’Ateneo peloritano i risultati di una campagna di scavi nell’Iraq Meridionale, in località Abu Tbeirah, resa possibile dalla partecipazione finanziaria dall’Università di Messina. “Un progetto – ha precisato il prof. D’Agostino – che risaliva al 2008 e che dopo inenarrabili peripezie, si è potuto concretizzare agli inizi di quest’anno (sono stati 21 i giorni di scavi) grazie al sostegno finanziario del vostro Ateneo” e che riprenderà il prossimo settembre, con l’auspicio che questa volta vi possano prendere parte anche gli studenti del corso di laurea in Archeologia dell’Università di Messina.
I reperti ritrovati, come si diceva in località Abu Tbeirah, ad alcuni kilometri dalla città di Ur, consistono in tre tombe -due intatte,una saccheggiata – una delle quali subito denominata “tomba del piccolo principe”, un teschio ed una serie di vasi di bronzo, bicchieri, giare, un versatoio, pugnali, un oggetto da toeletta, tre perle di cornalina, alcuni falcetti in pietra, un sigillo raffigurante un banchetto, oltre a resti di animali. Tutto autorizza a pensare che si possa trattare di una necropoli, risalente al 2.300 a.C. facente parte di una città, appunto Abu Tbeirah, nella regione di Nassiriya.
All’incontro di oggi hanno preso parte il Rettore, prof. Francesco Tomasello, il Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, prof. Vincenzo Fera, il prof. Francesco Pomponio, ordinario di Assiriologia, il prorettore vicario prof. Rita De Pasquale, la prof. Maria Chiara Aversa, delegato rettorale Ricerca Area Scientifica Tecnologica, il prof. Santi Fedele (il cui figlio, Francesco, che per motivi di lavoro si trovava a Bagdad, è stato ringraziato dal prof. D’Agostino per la “preziosa collaborazione”) e numerosi studenti del corso di laurea in Archeologia.