Grazie all’impegno ed all’ingegno di Carmine Bellantoni e Gabriele Lucca, due studenti del Corso di studi triennale in Chimica (Dipartimento CHIBIOFARAM), dell’Università di Messina, rispettivamente di 21 e 20 anni, anche UniMe approda alla fase finale del contest di idee “Redbull Basement“. Contestualmente, si tratta di una piattaforma collaborativa internazionale per studenti pensata per stravolgere lo status quo e dare forma a piani in grado di cambiare in positivo il panorama universitario attraverso la tecnologia, sotto un punto di vista non solo innovativo, ma anche sociale, ambientale, politico e di accessibilità.
Ponendosi tali obiettivi, i due giovani dell’Ateneo peloritano hanno ideato “The Green Bin“, un progetto fondato sull’incentivazione alla buona pratica del riciclaggio dei rifiuti. Nella fase preliminare da poco conclusa, la loro idea si è classificata all’ottavo posto su un totale di 73 progetti italiani, totalizzando 400 preferenze e garantendosì, così, l’accesso alla fase finale in cui una giuria dovrà stabilire chi rappresenterà la propria nazione al “Global Workshop” della Redbull. Il verdetto verrà comunicato il 2 novembre.
“Il riciclaggio dei rifiuti è uno dei problemi più rilevanti della nostra epoca e l’obiettivo principale della nostra idea – ha detto Carmine Bellantoni – è quello di contribuire ad aumentare la consapevolezza degli studenti e dell’intera comunità accademica sulla necessità di dover agire per il nostro futuro. A tal proposito, abbiamo progettato ‘The Green Bin’, per stimolare a compiere la raccolta differenziata mediante una ricompensa. Quest’ultima è relazionata alla quantità di rifiuti generata. L’idea prevede un cestino dotato di una bilancia, in funzione del peso che permetterà di assegnare punti in base al totale. Il meccanismo della premialità può rappresentare uno sprone per aumentare la percentuale della raccolta. Tutto è nato per scherzo, dopo aver visto il post del contest su Instagram, ma più passava il tempo e più il desiderio di dare un contributo al nostro Ateneo prendeva forma e concretezza. Abbiamo dedicato due intere settimane solo alla realizzazione del video di presentazione, facendo attenzione ad ogni minimo dettaglio e contattandoci via Microsoft Teams in questa fase pandemica così complessa, anche perché Gabriele abita a Messina ed io, invece, a Reggio Calabria”.
Il progetto si articola, inoltre, in ulteriori tre fasi: l’apertura del cestino avverrà mediante un codice QR, che sarà letto da un sensore apposito, o mediante una tessera; i punti verranno assegnati per ogni categoria di rifiuto (carta, plastica, umido, alluminio, sigarette, ecc.); il punteggio ottenuto per l’umido’ e le sigarette, potrà essere utilizzati come bonus per le altre categorie.
I rifiuti umidi possono essere recapitati ad aziende per la produzione di compost e biogas, mentre i mozziconi di sigarette, essendo il loro smaltimento argomento di ricerca in varie Università, potrebbero essere inviati a queste ultime.
Apprezzamento per il progetto è stato espresso dalla Prorettrice ai Servizi agli studenti e Delegata RUS, prof.ssa Roberta Salomone: “L’Università di Messina è consapevole del ruolo che gli Atenei possono svolgere per la diffusione della cultura della sostenibilità, non solo attraverso l’ottimizzazione dei propri processi interni, ma anche con l’adeguata formazione ed educazione dei propri studenti. Già da diversi anni l’Ateneo è, infatti, impegnato in molteplici azioni indirizzate al miglioramento della sostenibilità ambientale, sociale ed economica ed è con grande soddisfazione che accogliamo la notizia che vede protagonisti due nostri ragazzi”.