Pubblicato il Rapporto Almalaurea 2025 sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati dell’Università di Messina

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Comunicato n. 212
I risultati del Rapporto Almalaurea 2025 sono stati resi noti oggi, 10 giugno, nel corso del Convegno “Laureati e lavoro nel prisma del mismatch”, organizzato insieme all’Università degli Studi di Brescia e al Ministero dell’Università e della Ricerca con il patrocinio della CRUI.

Il rapporto AlmaLaurea 2025 sul profilo e sulla condizione occupazione dei laureti dell’Università di Messina è stato condotto su un campione di 3526 persone.
Profilo dei laureati
I laureati nel 2024 dell’Università di Messina coinvolti nel XXVII Rapporto sul Profilo dei laureati sono 3.526. Si tratta di 2.079 di primo livello, 976 magistrali biennali e 471 a ciclo unico.
La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 3,7%: il 2,4% tra i triennali e il 6,8% tra i magistrali biennali.
Il 19,9% dei laureati proviene da fuori regione; in particolare è il 19,2% tra i triennali e il 21,3% tra i magistrali biennali.
È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico, linguistico, …) il 74,9% dei laureati: è il 73,4% per il primo livello e il 69,6% per i magistrali biennali. Possiede un diploma tecnico il 19,1% dei laureati: è il 21,7% per il primo livello e il 21,1% per i magistrali biennali. La restante quota dei laureati possiede un diploma professionale o estero.
L’età media alla laurea è 26,5 anni per il complesso dei laureati, nello specifico di 25,0 anni per i
laureati di primo livello e di 29,2 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo
nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore.
Il 50,5% dei laureati termina l’università in corso: in particolare è il 46,9% tra i triennali e il 62,6% tra i magistrali biennali.
Il voto medio di laurea è 105,5 su 110: 103,8 per i laureati di primo livello e 108,5 per i magistrali
biennali.
Condizione occupazionale
I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2023 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2019 e intervistati dopo cinque anni.
LAVORO, I LAUREATI TRIENNALI A UN ANNO DALLA LAUREA
A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è del 67,3%.
Il 76,4% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto. Più
nel dettaglio, il 66,9% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.
LAVORO, I LAUREATI DI SECONDO LIVELLO A UNO E CINQUE ANNI DALLA LAUREA
I laureati di secondo livello del 2023 contattati dopo un anno dal titolo sono 1.472 (di cui 1.022
magistrali biennali e 450 magistrali a ciclo unico), quelli del 2019 contattati a cinque anni sono 1.515 (di cui 899 magistrali biennali e 616 magistrali a ciclo unico).
A un anno
Tra i laureati di secondo livello del 2023 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati quanti sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è pari al 65,2% (63,4% tra i magistrali biennali e 69,3% tra i magistrali a ciclo unico). La retribuzione è in media di 1.377 euro mensili netti (1.336 euro per i magistrali biennali e 1.460 euro per i magistrali a ciclo unico).
A cinque anni
Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2019, intervistati a cinque anni dal
conseguimento del titolo, è pari all’83,2% (78,9% per i magistrali biennali e 88,9% per i magistrali a ciclo unico). Le retribuzioni arrivano in media a 1.672 euro mensili netti (1.576 per i magistrali biennali e 1.784 per i magistrali a ciclo unico).
L’83,8% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto (è il 75,1% tra i magistrali biennali e il 93,8% tra i magistrali a ciclo unico); il 70,2% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università (63,4% tra i magistrali biennali e 78,1% tra i magistrali a ciclo unico).
Ma dove vanno a lavorare? Il 41,5% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 55,9% nel pubblico; il 2,5% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe il 93,1%, mentre l’industria accoglie il 6,4% degli occupati; 0,2% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.