Fare del Villaggio “Le Rocce” a Taormina un polo culturale d’eccellenza e avviare un rapporto che possa garantire continuità all’operato della Fondazione Fiumara d’Arte. Sono questi i principali elementi della convenzione tra l’Ateneo e la Fondazione firmata questa mattina, presso il Rettorato, dal Rettore prof. Pietro Navarra e dal Presidente di Fiumara d’Arte Antonio Presti, alla presenza del sottosegretario alla Salute Davide Faraone.
Il sito, dopo anni di abbandono, è stato concesso alla Fondazione Fiumara d’Arte dalla Città Metropolitana di Messina in comodato d’uso e nei giorni scorsi è stato aperto al pubblico.
L’accordo tra Unime e Fiumara d’Arte, che prenderà fattivamente il via a settembre, con l’avvio delle procedure, non rappresenta una semplice dichiarazione d’intenti, bensì un piano concreto che può contare su risorse già disponibili, intercettate dall’Università grazie al progetto di ricerca, didattica e rigenerazione ambientale “La rifunzionalizzazione del contemporaneo”. Il MIUR, infatti, ha concesso 1,1 milioni di euro per la realizzazione del progetto: in parte ai sensi dell’art. 11 del decreto dei criteri di ripartizione del FFO 2016 (per un importo di 100 mila euro) e, in parte, a valere sui fondi del Piano Nazionale della Ricerca 2015-2020 (per un importo di 1 milione di euro). In particolare, quest’ultima tranche del finanziamento costituisce un motivo di orgoglio per Unime, visto che in tutta Italia sono stati finanziate soltanto 9 proposte.
L’idea di fondo è quella di realizzare a “Le Rocce” un percorso museale all’aperto e di replicare l’esperienza dell’albergo-museo che Antonio Presti ha già realizzato a Tusa. Tutto ciò anche grazie all’utilizzo di nuove tecnologie, che garantiranno ai visitatori un’esperienza di fruizione unica. Grande attenzione, poi, sarà dedicata al patrimonio naturalistico de “Le Rocce”, con la creazione di giardini della conoscenza. Il fulcro dell’attività sarà rappresentato da una serie di laboratori didattici, che coinvolgeranno artisti, docenti e, soprattutto, studenti provenienti da tutto il mondo. Le azioni non avranno una ricaduta esclusivamente su Taormina, ma riguarderanno l’intero comprensorio, visto che numerosi centri saranno interessati dagli interventi, così da implementare un modello di conoscenza diffusa.
Il profilo giuridico della convenzione è stato curato dai proff. Fabrizio Guerrera e Franco Astone (per Unime), dal notaio Stefano Paderni e dalla dott.ssa Domenica Polito (per la Fondazione).
“La convenzione che quest’oggi presentiamo – ha dichiarato il Rettore, prof. Pietro Navarra- è nata da una collaborazione che mira al rilancio di un’area molto importante. Unire ricerca applicata e idee è un passo importante e con piacere ringrazio l’on. Faraone per la sensibilità dimostrata nei confronti della nostra progettualità catapultata verso un futuro di sviluppo”.
“Si tratta di un fondamentale progetto di recupero – ha commentato l’on. Faraone, già Sottosegretario al MIUR – che fa crescere il Paese e, in particolare il Mezzogiorno, unendo risorse per la cultura, patrimonio e valenti personalità. Abbiamo cercato di costruire le condizioni affinché l’idea di Antonio Presti assumesse concretezza per poter camminare con le proprie gambe. Normalmente, siamo portati a considerare il PNR (Piano Nazionale per la Ricerca) quale strumento a supporto di discipline tecniche come la fisica, la chimica, l’astronomia ed invece il progetto “Le Rocce” dimostra quanto esso possa promuovere classi differenti ed essere volano per il settore della cultura e non solo. Contestualmente, il progetto prosegue sul filone che pone grandissima attenzione alle idee che si autofinanziano nel tempo, garantendo crescita e miglioramento. L’augurio è che le istituzioni possano accompagnare con maggior vigore idee come questa e, per questo motivo, ringrazio Unime per aver creduto fortemente in questa sinergia”.
“Sono felice – ha raccontato Presti – di sigillare questo percorso proiettato nel futuro, per consegnare alle prossime generazioni un patrimonio e un laboratorio in cui operare. Ci sono alcuni momenti in cui si è soli nella progettualità del futuro, ma grazie all’Università di Messina ed all’impegno dell’on. Faraone non è stato questo il caso. Vi è stata unità d’intenti per riuscire a custodire e tramandare, con valore etico, la protezione e la conoscenza di un luogo”.
“Il focus del progetto – ha detto il responsabile scientifico, prof. Marco Centorrino, docente di Sociologia dei Processi culturali e comunicativi – è incentrato sul contemporaneo e, in particolare, sulla sua manifestazione attraverso forme artistiche di varia natura. La loro conservazione, il recupero mediante la rifunzionalizzazione, la possibilità di individuare nuovi codici di espressione: sono questi i passaggi chiave che ci si propone di esplorare all’interno di ciò che dovrà diventare un luogo-laboratorio.L’intento è quello di studiare possibili processi di recupero e rifunzionalizzazione di espressioni artistiche legate tanto alla natura quanto a quel filone dell’arte contemporanea che sfrutta il riciclo di materiali e l’applicazione delle nuove tecnologie. Tutto ciò, mediante il coinvolgimento di saperi legati all’area umanistica e scientifico-tecnologico e attraverso la sperimentazione orientata, in particolare, alla realizzazione e customizzazione di tecnologie indossabili. Strumenti in grado di creare realtà aumentata e di porsi quali indispensabili mediatori nel rapporto tra individuo, arte e natura”.
“Unime – ha chiosato il Direttore Generale, prof. Francesco De Domenico – dimostra di essere ancora una volta in grado di rispondere alle esigenze del territorio, lanciando lo sguardo in avanti. Non si tratta, infatti, solo di arte e cultura, ma anche di espansione valoriale dei luoghi”.