È stata pubblicata, nei giorni scorsi, sulla Rivista internazionale “Medicina”, una ricerca condotta su pazienti affetti da demenza da idrocefalo normoteso idiopatico (INPH, Idiopathic Normal pressure hydrocephalus). Questi pazienti, pur presentando sintomi simili ad altre malattie, come la demenza da Alzheimer (AD, Alzheimer Dementia), se trattati neurochirurgicamente, posso andare incontro a reversibilità dei sintomi a differenza di altre forme di Demenza non reversibile.
Tra i clinici coautori del lavoro vi sono Docenti UniMe e di altre Università italiane ed internazionali: la parte clinica dello studio è stata curata dai prof.ri Antonino Germanò e Giovanni Raffa (Docenti di Neurochirurgia di Messina), la sezione metodologica relativa alla valutazione psicologico-clinica è stata curata dalla prof.ssa Carmela Mento (Psicologa clinica e Docente dell’Università di Messina) e dalla prof.ssa Maria Catena Quattropani (Psicologa clinica e Docente dell’Università di Catania), mentre il modello di analisi di carattere statistico-economico, basato su reti neurali è curato dai proff. ri Paolo Massimo Buscema (Direttore del centro di ricerca Semeion di Roma e Docente presso l’Università di Denver (Colorado), Giulia Massini (Semeion, Roma) e Lara Gitto (Economista sanitaria e Docente presso l’Università di Messina).
Questo studio dimostra, attraverso le risposte fornite ad un test psicologico, noto come test di Rorschach, che le caratteristiche percettive dei pazienti affetti da INPH sono differenti rispetto ad altri quadri clinici di demenza: il modello di rete neurale artificiale (ANNs, artificial neural networks) ha consentito di analizzare le relazioni tra funzioni cognitive dei pazienti e caratteristiche percettive dei pazienti, fornendo così risultati che hanno rivelato informazioni significative sui tratti indipendenti nei modelli di risposta nei due quadri clinici di demenza (demenza da INPH e demenza da Alzheimer).
Il test di Rorschach è quindi in grado di fornire risposte predittive ed identificare pattern clinici di risposta in pazienti affetti da INPH, che potrebbero essere trattati con successo con la neurochirurgia. E’ evidente l’importanza, in questo contesto, di una precoce diagnosi differenziale nel trattamento dei quadri clinici di demenza.
Di seguito l’abstract della ricerca: https://doi.org/10.3390/medicina61081332