Il Museo della Fauna del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Messina si arricchisce di risorse culturali e scientifiche dedicando uno spazio museale ai resti fossili provenienti da varie località della provincia di Messina.
A seguito, infatti, di una convenzione in corso di definizione con la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, fortemente voluta dal Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Messina, arch. Salvatore Scuto, e con la collaborazione della dirigente responsabile della sezione Archeologica della stessa Soprintendenza, dott.ssa Gabriella Tigano, in una delle sale sono stati collocati i resti fossili di elefante, rappresentati specialmente da molari e difese, provenienti dalle cave di sabbia lungo la panoramica dello Stretto e recuperate grazie alla tenacia e alla ventennale attività di ricerca di Adolfo Berdar. Moltissimi resti fossili (elementi scheletrici di elefanti, ippopotami, iene) provengono da sistematiche campagne di scavo condotte, sempre in collaborazione con la Soprintendenza, da Laura Bonfiglio e da Gabriella Mangano ad Acquedolci e alla nota Grotta di S. Teodoro. E’ in corso di preparazione l’apparato didattico necessario a illustrare i resti e il loro significato nella ricostruzione della evoluzione geologica recente del territorio messinese e dell’area dello Stretto di Messina, con l’intento di rendere comprensibile questo prezioso patrimonio a tutti, in particolare agli studenti delle scuole cittadine che potranno anche fruire di un laboratorio didattico.