Il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, esprime il cordoglio di tutta la Comunità Accademia per la scomparsa del Pro Rettore alla Didattica e Ordinario di Archeologia Classica, prof. Gioacchino Francesco La Torre. “E’ una grave perdita per il nostro Ateneo – ha dichiarato il Rettore – non soltanto perché perdo uno dei miei più validi collaboratori, ma perché viene a mancare uno studioso attento, rigoroso, straordinariamente bravo che lascia traccia indelebile dei suoi tanti anni di lavoro in Italia e nel mondo. Una morte che non lascia nello sgomento soltanto la famiglia, i suoi più stretti collaboratori, ma anche tutti noi che quotidianamente apprezzavamo le sue doti umane e professionali. Il suo percorso accademico, le sue ricerche, i suoi scavi, la sua perseveranza devono essere da esempio per tutti i giovani ricercatori di archeologia. Lascia un grande vuoto la sua scomparsa, ho avvertito e avverto in tutta la Comunità Accademica il grande affetto e la grande stima che meritava”.
Gioacchino Francesco La Torre è stato uno dei più grandi archeologi italiani. Laureatosi e specializzatosi a Roma La Sapienza, si è perfezionato alla Scuola Archeologica Italiana di Atene. Dal 1989 al 2001 nei ruoli del Ministero della Cultura come funzionario archeologo, ha lavorato dapprima in Abruzzo (1988) e poi per lunghi anni in Calabria (1989-2001). Al nostro Ateneo dal 2001 come professore associato, e poi dal 2014 come professore ordinario di archeologia classica, ha ricoperto vari ed importanti incarichi didattici, operando dal 2018 anche come prorettore alla didattica.
Ha pubblicato centinaia di articoli, contributi in volumi ed in atti di convegno, numerose monografie nelle sedi scientifiche più prestigiose. Ha partecipato a decine di convegni scientifici nazionali e internazionali in Italia ed in Europa; ha ricevuto vari riconoscimenti e premi ed era cittadino onorario di Tortora (CS) e di Amantea (CS), comunità che l’hanno visto protagonista della scoperta dei centri antichi di Blanda e Temesa. È stato Direttore dal 2014 della Missione Archeologica Italiana presso Skotoussa, in Tessaglia (Grecia), dedicando in anni recenti numerosi saggi scientifici alla problematiche relative allo sviluppo storico ed archeologico della Tessaglia e del sito di Skotoussa.
L’esperienza e la collaborazione con la Scuola di Atene l’hanno visto impegnato per anni nello scavo del Pretorio di Gortina, cui sono dedicati importanti scritti. Ha svolto un’incessante ed intensa attività di ricerca, occupandosi di contesti importanti del Mediterraneo (Abruzzo, Campania, Calabria, Sicilia, Grecia), lavorando tra gli altri a Pompei. In Sicilia si è occupato di popolazioni indigene, di problematiche relative alla Sicilia ellenistica e tardo-ellenistica ed alla romanizzazione dell’isola, lavorando e pubblicando, tra gli altri, i contesti di Phinziade di Licata e Sophiana di Mazzarino in Sicilia e ancora Patti Marina, Tripi. Negli anni calabresi ha scavato lungo la costa tirrenica calabrese, contribuendo in maniera fondamentale alla ricerca e valorizzazione dell’area ed arrivando a identificare importanti centri, tra i quali Blanda e Temesa, e diventando profondo conoscitore delle popolazioni indigene degli Enotri.
Negli anni ha sviluppato numerose linee di ricerca, occupandosi di dinamiche di interazione culturale tra Greci e popolazioni indigene della Magna Grecia e della Sicilia, dalla protostoria all’epoca ellenistica; di romanizzazione in particolare in Abruzzo, Calabria e Sicilia; di ampie ricerche territoriali in Calabria, Sicilia, in Grecia, di Archeologia del sacro.
Tra le tante monografie ricordiamo il manuale edito per Laterza Sicilia e Magna Grecia. Archeologia della colonizzazione greca d’Occidente e di recente il volume dedicato agli eventi del 480 a.C. dal titolo Le grandi battaglie. Salamina e Imera alle radici dell’Europa, Soveria Mannelli (CZ) 2020.
Studioso di rara intelligenza ed acribìa, di una grandezza umana e professionale davvero uniche, ha dedicato con impegno non comune il suo magistero alla ricerca ed alla didattica, formando centinaia di giovani studiosi che oggi gli sono grati e custodiscono i preziosi doni del suo insegnamento.