Discutere sul tema della violenza: è l’imperativo categorico per capire il perché, le ragioni, i comportamenti, i rimedi degli episodi che sempre più spesso e in un crescendo di crudeltà avvengono vicino a noi.
È quello che ha fatto e che fa l’Università di Messina con le sue strutture (Comitato pari opportunità, Corso donne politica e istituzioni) e con incontri di approfondimento, rappresentazioni teatrali, discussioni con gli esperti, presentazioni di libri sul tema.
Le esperienze acquisite inducono a individuare le soluzioni secondo due direttrici, come condiviso dalla Presidente della Camera Laura Boldrini cui si deve l’accelerazione nella ratifica della Convenzione di Istanbul (Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, 11 maggio 2011). Sul piano istituzionale, attraverso le leggi, che danno il segno della gravità del comportamento e sanzionano i suoi effetti nella qualificazione del reato e nella previsione delle aggravanti di genere; sul piano culturale, modificando la visione delle identità maschile e femminile secondo modelli che non rispondono alla realtà sociale, economica e relazionale dei nostri tempi.
Il Presidente dell’Assemblea regionale, dott. Giovanni Ardizzone si è impegnato a dare il suo contributo perché la Sicilia emani leggi rivolte a contribuire alla affermazione dei principi di contrasto alla violenza e realizzazione di una concreta parità; la Prof. Mariaenza La Torre ha ribadito l’impegno dell’Università per la formazione culturale delle giovani generazioni nel segno del rispetto dei diritti e la valorizzazione delle diversità.
Nell’incontro a Villa Cianciafara dell’otto giugno 2013, organizzato dall’Associazione culturale Alessandro Tasca di Cutò e dall’Istituto Italiano dei Castelli, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Messina, Comitato Pari Opportunità, è stato presentato dall’Architetta Laura Galati il libro di Rose Galante “Perché non lo lascio?”, seguendo una modalità inusuale, rappresentata dalla rappresentazione di una seduta psicoanalitica, durante la quale tra dolore, ascolto, confusione e incertezze la giovane maltrattata, interpretata dall’attrice Maria Raccugna, pone fine all’angoscia e ritrova la propria identità. Dopo l’intervento della dott.ssa Micaela Stagno D’Alcontres, Presidente dell’Istituto italiano dei castelli, che ha ricordato personaggi femminili ed episodi storici di crudeltà contro le donne avvenute al’interno dei luoghi magici dei castelli si è aperto un vivace e appassionato dibattito.