Con unāampia partecipazione di prorettori, presidi, delegati rettorali, docenti, studenti, dirigenti universitari, personale tecnico-amministrativo, si ĆØ svolta stamani, nellāandrone dellāUniversitĆ di MessinaĀ una cerimonia di riflessione, commemorazione e approfondimento culturale sul tema āMessina ricorda ā Messina reagisce. In occasione del XX anniversario delle stragi di Capaci e Via DāAmelioā, alla quale lāAteneo peloritano ha aderito, su decisione unanime del Senato Accademico assunta nella seduta del 22 maggio.
La cerimonia si ĆØ aperta con lāintervento del Rettore, prof. Francesco Tomasello, che inizialmente ha sottolineato il pieno coinvolgimento della comunitĆ universitaria allāevento, partendo dalla frase pronunziata da ministro Profumo nel corso di un recente convegno svoltosi ad Assisi: āLa mafia teme di piĆ¹ lāistruzione della giustiziaā: āDobbiamo raccogliere queste parole – ha detto il prof. Tomasello – perchĆØ educare i giovani alla legalitĆ significa sconfiggere la mafiaā. āMi piace oggi ricordare lāimpegno dei nostri studenti ā ha puntualizzato il Rettore ā che giĆ alcuni anni fa hanno voluto dare la loro testimonianzaĀ con lāimpianto di un albero di ulivo e di una taga commemorativa, per dire no ad ogni forma di violenzaā. āLa giornata di oggi ā ha concluso il Rettore ā testimonia il ricordo e la ribellione ai tragici avvenimenti di Capaci e Via DāAmelioā.
Il prof. Giancarlo De Vero, giurista, docente della FacoltĆ di Giurisprudenza
dopo avere evidenziato che le commemorazioni non vanno considerate alla stregua di avvenimenti retorici, bensƬ ādevono rappresentare un richiamo a tutta la societĆ civile affinchĆ© fatti come quelli di Capaci e Via DāAmelio non abbiano a ripetersiā ha dichiarato che ānellāUniversitĆ cultura e giustizia trovano un comune terreno di diffusione. Se il corpo sociale nella sua interezza si piega alla demolizione della legalitĆ , nessuna speranza ci potrĆ essere per la sconfitta dellāillegalitĆ e del malaffareā. āFalcone e Borsellino – ha aggiunto il docente – vanno ricordati come due eroi della giustiziaā.
Il prof. De VeroĀ si ĆØ infine soffermato a ricordare con sentita partecipazione le figure di Giovanni Falcone (āla cui magistrale istruzione del maxi processo contro la mafiaĀ passĆ² indenne il vaglio della Cassazioneā) e Paolo Borsellino .
Il prof. Luigi Chiara, storico, docente della FacoltĆ di Scienze Politiche, ha parlato del carattere che dovrebbe assumere in Sicilia la lotta alla mafia (ātutta la comunitĆ dovrebbe sentirsi animata dallo spirito antimafiaā), ha ricordato che la mafia costituisce una rete di intrecci e connivenze dentro la societĆ civile e la politica, che il pool di magistrati antimafia fu fortemente voluto dal compianto giudice Antonino Caponnetto, che toccherĆ agli storici scoprire quanto il maxiprocesso abbia influita sulle morti tragiche di Falcone e Borsellino ed ha concluso affermando che āla lotta alla mafia passa attraverso un fondamentale principio, quello cioĆØ che tra lo Stato ed i cittadini non ci deve essere nessuna forza di intermediazioneā e che āFalcone e Borsellino si opposero con tutte le loro forze ad una trattativa con la mafiaā.
A conclusione della cerimonia gli interventi dei rappresentanti degli studenti Andrea Santalco e Francesco Antonuccio, della FacoltĆ di Giurisprudenza, che hanno ribadito lāimportanza che riveste la cultura nella lotta contro la mafia, che ha radici tanto fitte quanto maggiore sono la diffusione dellāignoranza e del silenzio, ricordando infine una frase di Paolo Borsellino:āSe la gioventĆ¹ le nega il consenso anche la mafia sparirĆ ā.