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Anche l’Università di Messina tra gli Enti Scientifici che collaborano alle ricerche sui mammiferi marini nel Mar Ionio

Comunicato N° 186 del 7 Agosto 2013

Il dott. Francesco Caruso, dottorando dell’Ateneo Peloritano  in “Scienze Ambientali: Ambiente Marino e Risorse”, sotto la guida del dott. Giorgio Riccobene (LNS-INFN), responsabile scientifico del Progetto SMO, finanziato in ambito MIUR-Futuro in Ricerca, ha messo a punto un software per la stima delle dimensioni dei capodogli partendo dai segnali emessi. Fanno parte del team anche  la dott. Virginia Sciacca, anch’essa dottoranda, che si occupa dei suoni emessi dalla balenottera e la dott. Paola Inserra, studentessa del corso di Biologia ed Ecologia dell’Ambiente Marino Costiero, che invece studia il rumore prodotto dai natanti in transito nella medesima area di studio per la valutazione del “disturbo” indotto sui cetacei.

Da anni esiste una intensa collaborazione tra UniMe (Dipartimento di Scienze Biologiche ed Ambientali) ed i Laboratori Nazionali del Sud (Catania) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) nell’ambito dei diversi Progetti di ricerca relativi allo studio dei neutrini mediante un sistema innovativo (acquisizione dati in mare profondo) che, oltre ad utilizzare sofisticati sensori ottici per registrare la traccia luminosa dovuta al passaggio dei neutrini, raccoglie dati acustici di fondamentale importanza per lo studio della migrazione dei mammiferi marini. In particolare, presto questo consentirà agli scienziati di proteggere i cetacei dai rischi dovuti all’attività marittima dell’uomo, calcolando le rotte di collisione con le navi e il grado di inquinamento acustico.

Ciò grazie ad un apparato di ascolto sottomarino cablato del Mediterraneo, si tratta di   14 sensori acustici piazzati su una torre che l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha calato 80 km a sud est di Capo Passero, in Sicilia, a 3500 metri di profondità nello Ionio meridionale. Un apparato scientifico che permetterà di seguire ”in diretta” i capodogli e segnalare la loro presenza alle navi che rischiassero di incrociare la loro rotta o che producessero un inquinamento acustico pericoloso.Il progetto Miur-Futuro in ricerca Smo  coinvolge l’Infn, l’Ingv, l’ Università “La Sapienza” ,  Roma 3, Pavia, Messina e Catania.


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